Il Pasticciere: Un film di confine
A distanza di qualche anno Luigi Sardiello torna dietro la macchina da presa per portare sul grande schermo “Il Pasticciere”, film d’apertura del Festival di Annecy 2012 in sala dal 31 ottobre.
Achille Franzi dall’età di 12 anni svolge l’attività di pasticciere nel laboratorio di famiglia. La sua è una vita monotona, scandita dai tempi di ordinazione, preparazione e consegna dei dolci. I clienti sono l’unico contatto con il mondo esterno, in grado di garantirgli una certa tranquillità. Un giorno però si trova, suo malgrado, in una situazione difficile da gestire. La sua vita cambia all’improvviso e deve fare i conti con un avvocato senza scrupoli, un’affascinante dark lady e una scrupolosa poliziotta…
Nonostante qualche sbavatura nello sviluppo della trama, poco credibile in alcuni tratti, “Il pasticciere” si presenta come un classico noir anni ’40, ma a tinte comiche, sia per i personaggi che per il soggetto: il protagonista che entra nell’identità di un altro, la figura della dark lady, l’ambientazione, il tema della truffa, l’omicidio e il finale a sorpresa.
Forse da Luigi Sardiello ci si aspettava qualcosa di diverso dopo “Il Piede di Dio”, anche se nel complesso si può definire un lavoro coraggioso; in linea con il genere anche le musiche di sottofondo. Passando al cast, bravo Ennio Fantastichini nei panni dell’avvocato, intrigante quello di Rosaria Russo, la dark lady, difficile il compito di Antonio Catania, che però ha saputo tirare fuori, con la sua esperienza, un personaggio non facile da rappresentare e inconsueto.
Una bella sfida per Sardiello e tutto il cast che, pur non convincedo in alcuni punti del film, hanno voluto e saputo mettere assieme diversi registri stilistici ed espressivi, puntando su un genere poco conosciuto, fuori dagli schemi della classica commedia.
In sala dal 31 ottobre per Microcinema.
Giovanni Bonaccolta
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