Questione di tempo: La vita secondo Curtis

Il regista di “Love Actually” torna sul grande schermo con una pellicola che va oltre la fantasia. In sala dal 7 novembre.
Ritorno in grande stile per Richard Curtis. Il regista di “Love actually” e sceneggiatore di alcune delle commedie romantiche più amate degli ultimi trent’anni – su tutte “Quattro matrimoni e un funerale”, Oscar alla miglior sceneggiatura originale nel 1995 – torna a riflettere sull’amore, sulla vita e le relazioni interpersonali e lo fa questa volta con un artificio magico e fiabesco: il viaggio nel tempo. In “Questione di tempo” (in sala dal 7 novembre), suo terzo lungometraggio da regista, Curtis analizza profondamente gli aspetti più intimi dell’essere umano, come l’innamoramento, la gioia, la sofferenza in modo genuino ma altrettanto maturo e consapevole .
Il film non è solo una commedia sentimentale concentrata sull’amore, ma è un film che parla di amicizia e soprattutto di rapporti: tra un fratello e una sorella, di un padre e una madre, e padre-figlio.
La storia raccontata è quella di Tim Lake, ventunenne insoddisfatto dotato di un potere molto speciale: viaggiare nel tempo, caratteristica che gli permetterà di cambiare ciò che accade nella sua vita. Tim deciderà di usarla per trovarsi una fidanzata.
Trasferitosi dalla Cornovaglia a Londra per il tirocinio da avvocato Tim conosce la bella e insicura Mary , i due ragazzi si innamorano ma la loro storia deve fare i conti con gli imprevisti dovuti al potere di Tim. Dopo aver sposato Mary, Tim scoprirà così che il suo dono purtroppo non potrà risparmiargli le sofferenze e gli alti e bassi che vivono le famiglie normali.
Curtis ha saputo scegliere molto bene gli interpreti dei suoi personaggi. L’attore irlandese Domhnall Glasson veste perfettamente gli abiti di Tim e ne restituisce profondamente il passaggio dalla giovinezza all’età adulta combinando in modo insolito gli aspetti drammatici e quelli più leggeri del personaggio. Nulla da dire per Rachel McAdams alla quale il ruolo di Mary sembra cucito addosso.
La pellicola non è altro che il completamento di un percorso intimo del regista, che riprende in parte le tematiche dei suoi vecchi film: il tema dell’amore e della morte come in “Quattro matrimoni e un funerale”, il colpo di fulmine e l’amore da favola raccontati nell’indimenticabile “Notthing Hill” di Roger Michell., o la figura del protagonista timido ed impacciato che ricorda quella di Bridget Jones, altro personaggio a cui è legato il suo nome.
Vivere la propria vita giorno per giorno apprezzandone ogni momento anche quello meno bello, senza bisogno di viaggi nel tempo: sembra voler essere questo il messaggio di Curtis cha ancora una volta commuove, fa sorridere ed emoziona.
Mariangela Di Serio