Oblivion: Rimandi all’indimenticabile

VOTO: 2.5
Tutto nasce da una graphic novel di Joseph Kosinski, regista e produttore che, prima di esordire con Tron: Legacy (e prima di tornare a occuparsi del prossimo sequel ‘cyberspaziale’ e del remake di ‘The Black Hole’, sempre della Disney), aveva immaginato la vicenda alla base del film.
La mossa vincente – chi l’avrebbe mai detto – è stata sicuramente quella di aver arruolato Tom Cruise nel film, il quale evidentemente aveva voglia di tornare alla fantascienza e di mettersi nei panni che furono di Will Smith in I’m Legend.
Il problema è che questa sceneggiatura tende a mettere fin troppi ‘panni’ addosso al nostro eroe ‘Impossibile’, finendo per costruire un film che ne ricorda troppi altri, chi in una scena, chi in una tematica.
Stante questo, Oblivion – pur non indimenticabile (si sa, ‘omen nomen’…) – non è un brutto film, e si fa apprezzare, soprattutto per l’impianto digitale e decorativo. Già in Tron: Legacy questo era stato un sicuro pregio da ascrivere alla creatività di Kosinski, che purtroppo appare piuttosto limitata.
C’è anche qualche falla, di scrittura più che di verosimiglianza, ma sono dettagli. D’altronde non è una novità che, in questo tipo di produzioni, la scenografia faccia più della sceneggiatura e mediamente si tenda a puntare più sulla prima che sulle seconde. E sui grandi nomi. Tra i quali spiccano – a parte Tom – Olga Kurylenko (che l’ha spuntata sulle concorrenti Jessica Chastain, Olivia Wilde, Brit Marling, Noomi Rapace ) e Morgan Freeman (particolarmente impalpabile), almeno sul manifesto, visto che sullo schermo la presenza più interessante è quella di Andrea ‘Vika’ Riseborough, per fortuna scelta invece di Hayley Atwell, Diane Kruger e Kate Beckinsale.